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Works >> Progetti e realizzazioni >> Restauri >> Pieve di San Venerio


La Chiesa di San Venerio è sita al centro della vasta spianata orientale del comune spezzino e costituisce una delle costruzioni più antiche del golfo.
Il sito è stato oggetto di numerose indagini archeologiche che hanno portato alla luce alcuni manufatti in ceramica pregiata di età pre-romana (“bucchero”), resti che testimonierebbero l’esistenza di un piccolo nucleo antropizzato nell’area a monte della chiesa risalente all’età del ferro (VI secolo a.C.). Anche il ritrovamento di alcuni frammenti edilizi di epoca romana farebbero ipotizzare la costruzione dell’edificio cristiano al di sopra di una struttura residenziale di età imperiale, precedente e poi coincidente con la chiesa.

La struttura attuale dell’edificio sacro è ancora oggi quella che la pieve ha assunto dopo i lavori di riedificazione di un precedente edificio ormai inutilizzabile voluti dai “domini” di Vezzano nel 1084.


Prevalentemente di impianto romanico, la semplice facciata a capanna è aperta da un unico portale ad arco lunato, sormontato da una bifora i cui archetti ogivali e la colonnina con capitello a foglie appaiono al contrario riconducibili ad un successivo intervento gotico. Al di sopra di questa è ricavata una croce in negativo, non in asse né con il portale né con la bifora. La muratura dell’edificio è costituita da bozze di arenaria ben squadrate, con l’intrusione di alcuni conci di minori dimensioni in calcare grigio, forse provenienti dallo spoglio dell’edificio romanico, e pochi ed erratici frammenti marmorei.

     

Internamente al chiesa è a un’unica navata ma biabsidata, con absidi aperte da monofore doppiamente strombate. Il campanile, il cui apparato murario è a piccoli conci tendenti al rettangolare con vistose ritessiture, è posto sulla destra della chiesa, appare eretto indipendente dalla pieve romanica e solo successivamente inglobato nella costruzione sacra. Il registro inferiore, molto massiccio, non presenta alcun tipo di decorazione né aperture di ampia luce, mentre a partire dall’attacco del tetto della chiesa si profilano delle larghe lesene angolari, spezzate da una sequenza di archetti pensili in cotto e in calcare. Le aperture a questi superiori, così come l’apertura piramidale in lavagna, sono certamente ascrivibili a più ampi interventi eseguiti nella prima metà del XVII secolo.

L’intervento ha riguardato principalmente il recupero delle coperture dell’oratorio laterale al corpo della chiesa e degli absidi. L’intervento è stato effettuato utilizzando l’ardesia secondo i canoni costruttivi storici liguri.



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